Su Lankelot, Gianfranco Franchi parla di Antropometria, iniziando così:
Una raccolta di racconti è sempre pericolosa. Non soltanto la vulgata editoriale vuole che abbia poco pubblico rispetto al resto del mondo narrativo, ma capita spesso che in quel poco pubblico s’aggirino creature cresciute leggendo i racconti di Borges, quelli di Landolfi, quelli di Calvino, di Pirandello, di Verga, oppure nutrite dai grandi narratori americani del Novecento, da Fitzgerald in avanti. Questi lettori sono creature cresciute bene, belle viziate, pretenziosette. Stavolta possono stare tranquille: l’esordio di Paolo Zardi, Antropometria (Neo Edizioni, 175 pp., € 15,00), è davvero intelligente e seduttivo, capace di scandagliare dinamiche e contrasti psichici in frangenti liminari.
E finisce così:
Zardi ha un gran futuro davanti: racconta l’intensità del male e del bene senza mai essere patetico.
Brrr! Come diceva Genet: Il futuro mi tortura.
Per leggere tutta la recesione, e i commenti che ne sono seguiti, leggi qui.
Grande!
Sono proprio contento!
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Caro Pepper, vorrei solo trovare più tempo per le cose che mi interessano..
Spero di avere l’occasione di riprendere quel discorso fatto via mail – ricordi?
Un abbraccio,
Paolo
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I want you!
Lo metto nella wish list e compro al più presto.
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E’ un libro un po’ doloroso – spero non troppo…
a presto!
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