Burioni il bullo

Uno dei libri più belli e meno conosciuti di Flaubert è il “Dizionario delle idee comuni”, una lunga raccolta di frasi da usare per fare bella figura in società e dimostrare di essere colti e brillanti – senza sapere di cosa si sta parlando. Non è, come si potrebbe pensare a prima vista, un catalogo di luoghi comuni, frasi fatte, modi di dire dei quali si è persa l’origine ma, piuttosto, di un feroce attacco contro la borghesia ignorante e presuntuosa che aspira a un ruolo culturale che non le appartiene: non serve conoscere ogni cosa, dice Flaubert ironicamente, perché ciò che conta è sapere qual è la parte giusta dalla quale schierarsi.

Nell’ultimo anno si è parlato molto di vaccini. Una minoranza di persone, spesso male informate, che hanno passato più tempo su Twitter che sui banchi di scuola, ha iniziato a contestare l’efficacia dei vaccini, evidenziando effetti collaterali mai presi seriamente in considerazione, interessi economici delle grandi aziende farmaceutiche, generiche controindicazioni. Questa espressione di punti di vista controcorrente, non è, di per sé, una cosa dannosa: in una democrazia ogni cittadino ha il diritto di esporre le proprie idee liberamente, giuste o sbagliate che siano. Se poi da queste idee discendono azioni pericolose per la comunità, la maggioranza della popolazione promulgherà leggi in grado di contrastare il problema che ne deriva. Funziona così. Non esistono cose giuste o sbagliate a priori: gli elettori valutano e decidono di conseguenza. La validità di una teoria scientifica non viene votata o meno; ma, fino a prova contraria, le leggi le fanno i cittadini, non un’elite di scienziati illuminati. Non funziona così, ad esempio, sulle decisioni economiche? Gli elettori, la maggior parte dei quali non sa nemmeno cosa sia la legge della domanda e dell’offerta, elegge un parlamento scegliendo, di fatto, le future politiche economiche. Vogliamo togliere ai cittadini questo potere e lasciare che siano solo gli economisti a discutere di questi argomenti?

A queste istanze antivaccini, dunque, andavano semplicemente contrapposte istanze provaccini. Tu dici che i vaccini fanno male, io dico che i vaccini fanno bene; queste sono le basi scientifiche sulle quali si basa il  mio punto di vista, confrontiamole con le tue e cerchiamo di arrivare a un risultato. Non sarebbe stato bello se fosse andata così? E invece, a un certo punto è comparso il professor Roberto Burioni….

Nessuno mette in dubbio la competenza scientifica del professor Burioni – o meglio: io non sono in grado di dire se è in gamba oppure no, per cui mi fido della comunità scientifica. Il problema non sono le sue idee ma il modo con il quale le sostiene. C’era davvero bisogno di rappresentare le istanze della scienza in questo modo? Da poco ha pubblicato un libro, “La congiura dei somari” – dove i somari sono tutti quelli che non la pensano come lui. Nel suo profilo Twitter, ci sono molti tweet dove, più o meno ironicamente, si attaccano i novax. Qualche giorno fa, a proposito dei critici da poltrona – quelli che criticano ma non fanno nulla – scrive: siccome sanno chi lo fa bene, chi lo fa male, come si deve fare ma non riescono a farlo – li chiamo gli eunuchi nell’harem della divulgazione. Che abbia un certo talento polemico, è indubbio: senza questa abilità nel ridurre il dibattito sui vaccini a uno scontro tra opposte tifoserie non sarebbe mai riuscito ad emergere dalla melma indistinta dei social. Parla per slogan, come Salvini e, in certi momenti, il povero Renzi. Se potesse (ma forse l’ha già fatto) indosserebbe una maglietta con una frase della quale va particolarmente fiero, e che ripete in ogni occasione: “La scienza non è democratica”.

Se Flaubert fosse vivo, sono sicuro che “La scienza non è democratica” finirebbe direttamente nel suo dizionario delle idee comuni. La sento dire ovunque, anche da persone dalle quali mi aspetterei un atteggiamento più critico verso gli slogan. Qual è la sua forza? La sua forza sta nel dividere il mondo in due categorie, quelli intelligenti e quelli che non capiscono niente, consentendo a ciascuno di schierarsi dalla parte del giusto attraverso la semplice ripetizione di questa formula. Ma il punto è che questa affermazione è falsa, e potenzialmente pericolosa. La scienza, infatti, è quanto di più democratico possa esistere. Non esistono poteri forti in grado di decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato; nessuno può arrogarsi il diritto di avere ragione, o di mettere a tacere un’idea contraria, neppure (o soprattutto) se ha ragione; chiunque, perfino un oscuro impiegato dell’ufficio brevetti di Berna, può formulare un’idea e proporla alla comunità scientifica. Lo scopo del dibattito che ne scaturirà non sarà finalizzato a determinare chi è somaro e chi non lo è, ma a valutare, con i mezzi di cui dispone la scienza (le prove di laboratorio, la statistica, i formalismi della matematica), la correttezza di una determinata ipotesi. Il fondamento della scienza è il dubbio, non la certezza. Tutte le volte che un’idea scientifica si trasforma in dogma, la scienza non avanza.

Nel caso specifico dei vaccini, la peculiarità della scienza è andata perduta. Di fronte a una serie di obiezioni, alcune delle quali dotate di un qualche minimo fondamento, si è scelta la strada del dileggio, dell’insulto, della delegittimizzazione a priori. L’aggressività dei provax, nei social, è pari solo a quella dei grillini in generale. Quello che ha fatto il professor Burioni è stato scatenare una massa di ignoranti (nel senso di persone che non hanno studiato medicina e quindi non hanno titolo per esprimersi sui vaccini) contro un’altra massa di ignoranti (nello stesso identico senso). Qui torna ancora Flaubert: i provax parlano di vaccini ripetendo le formule che hanno imparato, e questo li autorizza a usare la stessa spocchia di un professore che quelle cose le ha studiate veramente.

Entrando nel merito dei vaccini, al di là delle frange più aggressive dei novax complottisti, ci sono molte persone, padri e madri di famiglia, che per esperienze private, o per inclinazioni naturali, preferiscono capire il trattamento che stanno ricevendo, invece che affidare, con gli occhi bendati, i propri figli al professor Burioni. Esistono effetti collaterali, come accade per tutte le sostanze – anche una nocciolina può essere mortale per chi soffre di un’allergia specifica. Sono state portate avanti delle richieste per garantire una maggior attenzione a questo aspetto; la legge Lorenzin, riconoscendo la correttezza di queste richieste, ha previsto che sia possibile chiedere un consulto per valutare le possibili reazioni avverse dei vaccini: la pratica, però, di fatto lo esclude. C’era anche un numero verde che avrebbe dovuto fornire informazioni in merito: qualcuno ne sa qualcosa?

Se in Italia ci sono così tante persone con delle idee sbagliate o confuse sui vaccini, la soluzione di una scienza sana e consapevole dovrebbe essere quella di fornire maggiori informazioni ai cittadini. Esistono le scuole, i programmi culturali, i social. L’unica cosa che abbiamo, invece, è il professor Burioni che su Twitter insulta chi non la pensa come lui, comportandosi come se i vaccini fossero una sua invenzione. Serve a qualcosa? Io credo di no. Chi non la pensa come lui, si sentirà accusato di essere un somaro e probabilmente si confermerà nelle proprie idee. In questo senso, si può dire che Burioni sia come un vaccino: inoculando la scienza a piccole dosi, tramite slogan e tweet, rende resistenti i cittadini alla scienza vera.

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  1. Simone ha detto:

    Acutissimo e bellissimo articolo, come sempre. Mi permetto solo alcuni suggerimenti di lettura sull’epistemologia, senza voler passare da “complottista”, anzi sono scritti che confermano in parte quello che dici e una premessa che è una citazione da Nanni Moretti: “non c’entra, ma c’entra”:
    “Contro il metodo” di Paul Feyerabend sull’anarchismo epistemologico e “La struttura delle rivoluzioni scientifiche” di Thomas S. Kuhn, sul falsificazionismo.
    Infine, visto che è quasi Natale e siamo tutti più buoni, anche solo come atto di fede il mio inutile pensiero è che sia meglio vaccinarsi.

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    1. Paolo Zardi ha detto:

      Simone, anch’io penso sia meglio vaccinarsi ma non perché me l’ha detto Burioni… 😊 conosco bene il libro di Kuhn, e credo di aver scritto qualcosa al riguardo (anche se non ricordo dove). Quello che vedo è che la scienza secondo Burioni è l’antitesi della scienza come la vedo io: slogan, insulti e “lei non sa chi sono io”. Se entri in Twitter perché credi che la scienza sia meglio dei tweet dei complottisti, non sei obbligato a scendere al loro livello. Io continuo a trovare una somiglianza spaventosa (nel senso che mi spaventa) tra il linguaggio di Burioni e quello di tutti i populisti dei nostri giorni. E dal punto di vista dell’utilità credo che il suo approccio abbia ottenuto l’effetto opposto…

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      1. Simone ha detto:

        Lasciando stare i Burioni…ognuno, ha la scienza che merita (il guaio è che la vogliono affibbiare pure agli altri) e senza voler entrare nel merito della questione vaccini, sulla quale non sono in grado di fornire nessuna indicazione e tanto meno sproloqui da twitter di ogni tipo, il mio intervento voleva essere solo una sollecitazione sulla “parzialità” e “politicità” di qualsiasi umana attività, scienza compresa. Nello specifico e in tal senso il testo di Feyerabend è molto più radicale e illuminante, infatti è il primo che mi è venuto in mente e pur nelle sue estreme conseguenze una valida opera di smascheramento di dinamiche che possono essere benissimo applicate anche al di fuori del ristretto campo scientifico.
        SB (non complottista-no grillino)

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        1. Paolo Zardi ha detto:

          Caro Simone, bene, mi sono segnato il libro, che spero di leggere a brevissimo! 🙂
          Un abbraccio e grazie per il tuo intervento,
          Paolo
          ps buon Natale!

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          1. Simone ha detto:

            Caro Paolo, sempre un piacere scambi libreschi e non solo con “umani” e intelligenti come te:). Un abbraccio e buon Natale anche a te!

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    2. Salvatore ha detto:

      Un bellissimo articolo si, ma di fini a se stesse. Quello che manca nell’articolo, a mio modesto avviso, è la individuazione del perchè Burioni e compagnia bella preferiscano aggredire piuttosto che spiegare, e così dimostrare la fondatezza delle loro presunte . Ebbene si. Sto mettendo in dubbio i vaccini. In altre parole sto commettendo qualcosa che in molti giudicheranno peggio di un sacrilegio, perchè mettere in dubbio i vaccini, la loro efficacia, il fatto che abbiano salvato l’umanità da terribili pestilenze, e che continuino nel loro compito evitando stragi di innocenti, non è qualcosa di concepibile a livello scientifico. Si ha la convinzione che per giudicare i vaccini bisogna essere per forze medici. Anzi, non basta nemmeno quello, perchè la comunità scientifica tutta è del parere che senza vaccini il mondo sarebbe peggiore. Non sono d’accordo. Non bisogna essere medici. I vaccini in realtà non sono una pratica sanitaria come tutte le altre. Non curano i malati, bensì persone , che in quanto tali non possono testimoniare sull’efficacia che avrebbe avuto su di loro il trattamento vaccinale. Il Dr.Burioni e compagnia bella sanno benissimo che è solo una filosofia sostenere che i vaccini salvino la vita a milioni di persone. Dimenticano che per salvare la vita a qualcuno bisogna che questo qualcuno sia innanzitutto in pericolo di vita. Un malato terminale è in pericolo di vita, non un bambino nato sanissimo che arriva alle vaccinazioni sanissimo. Ecco dimostrato che la scienza del Dr.Burioni rappresenta una branchia della medicina che si occupa più che altro di statistiche. I fatti che proverebbero la sua capacità di medico non sono mai avvenuti, perché l’unico modo per dimostrare che i vaccini servono davvero sarebbe quello di vietarli per almeno tre o quattro anni. Questa si che sarebbe una prova scientifica nel vero senso della parola!!. Burioni queste cose nel suo intimo le sa, quando va a dormire la sera. Ecco perché si sveglia il giorno dopo e inizia ad aggredire su twitter o scrivere libri nel tentativo disperato do convincere la gente, e forse anche lei stesso, che le vaccinazioni siano un salvavita al di la di ogni ragionevole dubbio. Il DR.Burioni si vada a leggere i rapporti del Ministero della sanità Giapponese, unico paese al mondo che in un periodo ha vietato le vaccinazioni anziché obbligarle. Nei primi due anni di vita sono state vietate le vaccinazioni ai bambini. Vada a vedere cosa è accaduto e poi ci illumini su come sia stato possibile che non solo non si siano verificate epidemie, ma addirittura sono calate le reazioni avverse al vaccino di ben il 90%. Ma il dato più è che nello stesso periodo sono scomparse le cosiddette SIDS ( sindrome da morte in culla). Queste si che sono valutazioni scientifiche, non quelle contenute in pseudo statistiche scelte in maniera pretestuosa per dimostrare che i vaccini abbiano influito sulla scomparsa di taluni epidemie. Mi spiace signori. Quella dei vaccini è la più grande bufala della storia dell’umanità, creata dalla cosiddetta scienza ufficiale per dimostrare che in qualche cosa ci hanno azzeccato ( tutte le cure che intervengono a livello biologico nel corpo umano si sono dimostrate fallimentari).

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  2. mayfair61 ha detto:

    Paolo, con la consueta eleganza dici alcune cose condivisibili su alcuni personaggi che girano per la rete. Anch’io, se devo preferire un intelligente e informato, preferisco il tipo umano “gentile inesorabile”, figura che serve molto in questi tempi confusi. Resta però un fatto, magari spiacevole. Esistono grandi parti della cultura umana, perfino quelle che si pensano più opinabili, tipo l’arte in genere, dove diventa difficile sostenere che tutte le opinioni sono uguali. Io da liberal vero sono per permettere a chiunque, e senza inutili strepiti, qualsiasi affermazione. Poi, però, bisogna mettere in classifica l’autorevolezza dei pareri. In scienza e medicina la quantità di scempiaggini che sono passate in rete, creando una inutile e spesso venefica serie di complottismi“ad minchiam” di gente che cerca, nel proprio buio mentale, una luce di fronte alla complessità del mondo, è raggelante.
    In economia, campo che conosco benino, la vulgata dei nesci ossia che non sia una scienza, non giustifica senz’altro il credere ovinamente che si possa dire qualsiasi cosa. E anche sulla democrazia trovo che tu sia davvero ottimista nel pensare che vada bene così, ossia che la gente decida le scelte economiche di fondo. Il fatto che succeda non vuol dire che sia una cosa buona. Anche recenti bestialità, soprattutto economiche e geopolitiche, dimostrano che è proprio questo il problema, decisioni complesse nelle mani di gente che non sa nulla. Ma visto che il mio amico Churchill, se non sbaglio, sosteneva che la democrazia in fondo bisogna tenersela per forza in assenza di alternative pedalabili, il massimo dell’ottimismo imho è sperare che il popolo voti una èlite competente ma è chiaro che con questi chiari di luna è puro wishful thinking. Merry Xmas. Alberto

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    1. Paolo Zardi ha detto:

      Ciao Alberto, ti ringrazio per il tuo intervento!
      Sì, era Churchill che diceva che la democrazia è la peggior forma di governo possibile, eccettuate tutte le altre…
      Non sono per niente ottimista sul fatto che la gente, mediamente, sia in grado di sapere qual è la cosa migliore; tuttavia, penso sia molto peggio uno stato in cui alcune persone dicono “per voi, dovrebbe decidere chi sa quello che va fatto” e intanto con una mano indicano se stessi. Le oligarchie, per quanto illuminate, presentano un problema di fondo: chi decide chi sono quei pochi che sanno qual è il bene pubblico? Penso che ognuno di noi ritenga che se solo ci affidassero le sorti del paese, o almeno quelle della Nazionale, le cose andrebbero molto meglio. Ma non funziona così. La democrazia ha due vantaggi: il primo è di natura meramente statistica – se chiami a votare 40.000.000 di persone, minimizzi il peso degli scalmanati, degli idioti e dei caproni; il secondo risiede nel fatto che chiunque può provare a convincere la gente di avere la giusta soluzione ai problemi del paese. Ora, se ricordi, nel 2011 Berlusconi dovette dimettersi per lasciare il posto a dei tecnici. Io, che avevo combattuto con tutte le forze il berlusconismo, dapprima ho festeggiato; poi, però, mi sono venuti un sacco di dubbi…. La democrazia non è “sostanza”: non dice che tipo di strategie economiche devono essere attuate (come invece ha fatto il comunismo) né quali obiettivi raggiungere (penso a Hitler e alle sue battaglie). La democrazia è solo “forma”. Date la possibilità alla gente di votare, di scegliersi i proprio politici, e le cose andranno meglio.
      Venendo al nostro Burioni: non tutte le opinioni hanno lo stesso valore, e su questo non ho alcun dubbio. Tuttavia, non può essere Burioni a dire che le sue idee sono migliori e che chi le contesta è un somaro. Va perfino contro gli interessi della sua parte.Se vogliamo parlare di scienza, facciamolo nei luoghi adatti, con le regole che la scienza stessa prevede: verifiche sperimentali, confronto, diffusione delle idee. Poi, parliamo di politica: allora, cercheremo di convincere le persone a votare forze politiche che sostengono idee giuste, anche nel campo della profilassi. Arrogarsi il diritto di decidere per conto di un popolo di elettori, cercando di sostituirsi alla sua volontà, perché in campo scientifico si è guadagnato il rispetto dei suoi pari, non è democrazia. E come dicevo, siccome la democrazia è forma, il linguaggio diventa sostanza.
      Ti auguro un felice natale, qualsiasi cosa significhi per te,
      Un abbraccio,
      Paolo

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      1. mayfair61 ha detto:

        Grazie Paolo. Preciso due cosette. Io sono fermamente convinto, come te, che è meglio tenersi la democrazia e quando penso ad esperti non penso a me. A differenza tua però penso che la statistica giochi contro la qualità perchè, ahimè, la storia dimostra ad abundantiam che la maggioranza delle persone è tutt’altro che intelligente, ragionevole, etica, sensata. E mi sembra che L’ ignoranza di ritorno stia peggiorando il trend.
        Quindi mi tengo la forma ma sono pessimista assoluto sulla sostanza. In quanto ai dubbi del dopo Berlusconi e su Monti non dovresti averne, parere personale. Il governo Monti, al netto di alcuni errori e di una situazione oggettivamente complicatissima (grazie a vent’anni di inazioni o follie) è stato infinitamente migliore. Su tutti i parametri. Oggettivamente impopolare ma appunto il problema della democrazia è proprio quello. La gente spesso non sa quello che vuole, vota anche nelle democrazie migliori buffoni televisivi e rifiuta, spesso anche solo per puro interesse personale o di classe, le soluzioni vere. Ad esempio in Italia chiunque abbia studiato i problemi sa che i problemi di fondo sono fiscali, di spesa pubblica e di eccesso di statalismo e politicismo relativo. Eppure nessuno ha osato toccare i gangli veri. Prolungando l’agonia inutile e una sostanziale ingiustizia sociale. Sono d’accordo con te che non bisogna scendere al livello di certa gente e quindi meglio il sorriso. Ma nel merito Burioni ha ampiamente ragione e non certo per il fattore “Ipse dixit”. Ma sono tempi ferini e quasi nessuno, oltre che a rispettare la sostanza, rispetta anche la forma. Resta la solita battaglia culturale da posizioni di assoluta minoranza e traversando costantemente il deserto dei neuroni perduti. Un abbraccio.

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        1. Paolo Zardi ha detto:

          Su Governo Monti, dal punto di vista dei contenuti sono convinto che sia stato uno dei migliori – infinitamente meglio di quello che è andato a sostituire… però, io vedo anche il rischio che la politica si svuoti di significato. La riforma della Fornero avrebbe richiesto un’investitura popolare che non è mai avvenuta. Se il popolo italiano non è in grado di produrre una classe politica degna di questo nome, non possiamo sostituirla con tecnici che attuano indirizzi che nessuno ha mai approvato – e lo dico contro il mio stesso interesse di cittadino italiano. Altro esempio. la Brexit è il risultato di populismo e ignoranza; però è quello che ha scelto il popolo inglese. Se nessun partito è stato capace di convincere gli inglesi a fare la scelta giusta, il problema è dei politici, non della gente. Vorrei anch’io che la gente scegliesse meglio, ma non è semplice, io e te, mi pare di capire, la pensiamo allo stesso modo sui temi di fondo ma sono quasi convinto che non saremmo in grado di metterci d’accordo su quale partito votare! 😉
          Tornando a Burioni (poi basta, giuro!): se stai parlando con persone che evidentemente non hanno un’idea corretta di scienza (o che non ne hanno neppure una), dire cose tipo “è dimostrato dalla scienza” fa lo stesso effetto che a me farebbe il discorso di un vescovo che mi dice “è Dio che lo ha deciso”. Entra sempre in ballo Gòdel, e il suo teorema di incompletezza. 😉 A Burioni, che ha tutte le stimmate del bullo (il suo stile mi ricorda quello di Brunetta, altro bullo instancabile), direi: cerchiamo di migliorare la cultura media, piuttosto che fare pernacchie a chi non ce l’ha. 🙂
          Ancora un abbraccio
          Paolo

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  3. mayfair61 ha detto:

    Esatto! La battaglia culturale. Ottimo il riferimento a Brunetta…Ad maiora

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  4. Simone ha detto:

    L’ultimo post di Alberto e la replica di Paolo (tecnici, democrazia ecc…) mi hanno costretto ad altri riferimenti bibliografici, dopo basta promesso.
    Emanuele Severino (secondo me il più grande intellettuale italiano…e non solo vivente) e le sue più compiute teorie sul dominio della tecnica, sulla crisi della civiltà occidentale e della democrazia. Vedesi in particolare “Il destino della tecnica” e “Il tramonto della politica”.Tutto, troppo da approfondire.

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  5. Marco Amato ha detto:

    Io penso che Burioni sia un bullo positivo, se la mettiamo nella prospettiva del bullo.
    Non lo seguo sui social e non ho letto il suo libro. Ma ho guardato e studiato la sua pubblicazione con attenzione, anche perché in quel periodo Rizzoli voleva pubblicare anche me e cercavo di capire le tecniche promozionali dell’editore.
    Io credo che in questo periodo storico social, Burioni, a prescindere dagli slogan facili, rappresenti una posizione. E ben venga lui o altri come lui. Noi che leggiamo libri e cerchiamo di usare il pensiero critico (mi ritrovo bene o male a concordare con la posizione del tuo post e degli altri commentatori), stiamo perdendo. Non è una battaglia, non siamo in guerra, ma ovunque attorno a noi gli idioti avanzano. Idee che non avrebbero alcun senso, dilagano sempre più. Dalle vecchie scie chimiche buone per tutte le stagioni, ai terrapiattisti, dal fuori dall’Euro che ci ha impoveriti, ai vaccini. Quando nacque il mio primo figlio, nel 2000, un mio amico/conoscente, mi parlò per la prima volta del pericolo dei vaccini cercando di indottrinarmi. Io analizzando le sue argomentazioni con il pensiero critico, non gli ho dato granché conto. Persone singolari fanno parte della norma. Però a 17 anni da quel primo incontro, con i no vax, credo che stiamo andando incontro a una escalation preoccupante. I social sono un bene della comunicazione, ma come il lato oscuro della forza possono rappresentare un grave problema. Eco (bene o male, sappiamo cosa intendesse), diceva che lo scemo del villaggio con i social è diventato portatore di verità, di pari grado o superiore di chi determinati argomenti li studia o li ha studiati.
    Le prime conseguenze dirette, impattanti sulla democrazia li abbiamo constatati. La Brexit, fondata sostanzialmente su bugie, ha vinto. Negli Stati Uniti (lì non è che l’intelligenza sui presidenti da eleggere sia mai stata troppo elevata) è stato eletto Trump. Sento bufale dilagare che io mi chiedo sempre: possibile che ci credano? Il Blue Monday mi è stato detto da una laureanda in psicologia. E dire a una laureanda in psicologia che è caduta su di una bufala di studio psicologico, non è facile. Studenti del liceo scientifico idem. Dovrebbero acquisire già a scuola i fondamenti del pensiero scientifico, della dimostrabilità, eppure li vedo inciampare a loro volta in bufale grossolane. Magari sono ancora giovani, ma l’avvio alla vita adulta in mondo infarcito di bufale da ogni lato, con influencer qualunquisti o Youtuber del momento, non è facile.
    Probabilmente ci avviamo in un’epoca distopica in cui la verità sta per diventare una opinione o peggio, vittima della controverità, della superstizione. Non sai quanti capelli bianchi mi sono venuti per tutti i paragnosti che ormai adattano la Teoria Quantistica a ogni campo.L’astrologia, la telepatia, persino Gustavo Adolfo Rol, torna di moda. Ogni cosa insensata ormai si spiega con la Teoria Quantistica, e dato che la Teoria Quantistica è ardua anche per gli scienziati, diventa quasi impossibile per noi mortali spiegare che Entanglement Quantistico non ha nulla a che fare con la costellazione del Toro che influenza noi imbecilli umani sulla terra.
    Io che non sono scienziato, ma cultore di scienza, sono assediato dai somari più somari di me. L’altro giorno un mio conoscente NO PONTE mi ha rivelato che costruire il ponte sullo stretto di Messina è inutile. Secondo la nuova bufala, archeologi hanno scoperto che i romani hanno costruito un tunnel sotterraneo che collega Messina a Reggio Calabria. Io l’ho guardato, curioso, e poi gli ho detto: “ma lo sai che la voragine che separa lo stretto di Messina è abissale, che è profonda più di mille metri? Quanto è profondo questo tunnel?”
    Pertanto, Burioni, ben venga. Che faccia il bullo e ponga una posizione contrapposta alla massa di somari che si scambia informazioni e ogni giorno converte altre masse di somari.
    Tu dici la scienza è democratica, verissimo, ma in ambito scientifico. Non si può presentare il primo che passa e dire la Teoria della Relatività è sbagliata. Bene, se è sbagliata dimostralo, ma matematicamente. Non puoi dire secondo me è sbagliata. Non è una opinione, al momento è certezza.
    Non si può dire: secondo me i vaccini fanno male. I vaccini non sono una opinione. La mortalità infantile per migliaia di anni è stata una mannaia, i vaccini e le tecniche moderne, l’hanno quasi azzerata. Statisticamente un genitore arreca più danno a suo figlio trasportandolo ogni giorno in auto che sottoponendolo ai vaccini obbligatori. Non è un’opinione, è statistica.
    Che ben vengano uno o cento Burioni che, anche da bulli, contrastino questa ignoranza dilagante. Perché questa ignoranza farà danno alle prossime elezioni o a quelle dopo ancora, o fra dieci anni. Se vincesse un partito che sostiene il No Vax, ci attenderebbero di nuovo epidemie da medio evo. Un mio personaggio dice: la forza dell’ignoranza è sempre la più forte. Ed è orrendamente vero. Lo è sempre stato. Da Savonarola a Mussolini, al Mein Kampf. Oggi i social hanno accentuato i populismi e sono un veicolo adatto dell’opinione imbecille degli estremisti.
    Vedo circolare sempre più post sulle grandi cose realizzate dal Duce, e dove là tu dici: vabbè, ma chi ci crede, vedi masse di mi piace e condivisioni che dilagano. Senti dire: meglio uno soltanto che ci governa. E poi gli rispondi: “quindi tu adesso, in questo istante, saresti disposto a rinunciare alla tua libertà e alla tua idiozia nel credere e ripetere bufale?”
    Non sanno mai rispondere.
    No, non stiamo vivendo un grande momento per la democrazia. Meglio che spunti qualcuno che dia del somaro ai somari, e che così facendo, polarizzi su di sé a sua volte masse di persone, che come anticorpi, fronteggino la forza inarrestabile dell’ignoranza.

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    1. Paolo Zardi ha detto:

      Ti ringrazio per il commento molto ricco e stimolante.
      Provo a risponderti sui punti più controversi:
      “Pertanto, Burioni, ben venga. Che faccia il bullo e ponga una posizione contrapposta alla massa di somari che si scambia informazioni e ogni giorno converte altre masse di somari.”
      No, non la penso così. Il risultato che Burioni ha ottenuto è di creare due blocchi contrapposti in cui somari del tipo A insultano somari del tipo B e viceversa, senza che nessuna delle due parti metta in discussione i propri slogan. Se trasformiamo questo tema in un Juve ladri contro Inter sfigati, abbiamo perso tutti. Nel 1994, quando Berlusconi è entrato in politica (inizio del declino), ha introdotto un linguaggio semplificato che ha svuotato la politica di contenuti; quando a sinistra uno come Renzi ha deciso di seguire i vari Salvini, Meloni e Grillo sul piano della rissa social, o su quello degli hashtag come modello di comunicazione (#AvantiTutta, #EnricoStaiSereno, ecc), il risultato è che la politica italiana è, se possibile, peggiore di dieci anni fa. Burioni si vanta di aver occupato uno spazio che prima era vuoto: quale? Quello dello scienziato che fa il bullo su Twitter e insulta quelli che non la pensano come lui? Ogni volta che risolve un confronto con “La scienza non è democratica” sta spingendo un altro cittadino ad abbracciare tutte le idiozie che girano su Internet. Io quello che vedo ora è ultras provax contro ultras novax. Ne avevamo bisogno? L’Italia ora dovrebbe essere un posto migliore, dove è più semplice fare leggi migliori? Io credo proprio di no.
      Quando dici “Che ben vengano uno o cento Burioni che, anche da bulli, contrastino questa ignoranza dilagante. Perché questa ignoranza farà danno alle prossime elezioni o a quelle dopo ancora, o fra dieci anni. Se vincesse un partito che sostiene il No Vax, ci attenderebbero di nuovo epidemie da medio evo” non sono assolutamente d’accordo: Burioni cerca una sorta di effimera gloria social, e su questo è un vincente; ma non sono affatto sicuro che questo approccio sia quello che ci aiuterà a combattere l’ignoranza dilagante. Appiattire il linguaggio a quello dei bulli da Internet è un ulteriore passo verso il nulla: vedi Renzi. Se riduci il confronto a chi spara lo slogan più efficace, alla fine vince sempre quello che ha la voce più grossa, non il cervello più fine.
      Un abbraccio, e grazie ancora per essere passato da queste parti,
      Paolo

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      1. Marco Amato ha detto:

        Io ho smesso da tempo di valutare la realtà secondo un parametro ideale, di quel che dovrebbe essere. Mi limito a constatare quel che è e quel che di rabberciato si può fare per migliorarla. Se ci si limita a pensare che tutto non va bene, perché le cose dovrebbero essere fatte solo bene, si sconfina in una sorta di idea ideologica e dato che nessuna idea ideologica ha natura pratica e applicabile, credo che sia inutile ragionare su di un modello ideale di come le cose andrebbero fatte.
        Francamente non credo che il declino della politica italiana cominci con Berlusconi. Non ho partiti politici o ideologie da sostenere, quindi posso essere molto più severo nel giudizio. La politica italiana non ha mai avuto nulla di positivo. E’ sempre stata una melma torpida di affari sporchi e compromessi ignobili. Forse possiamo salvare i primi anni del dopoguerra, quando per riemergere dal disastro, i politici del tempo hanno trovato una condivisione iniziale sul fare pratico. Poi sono esplose le inutili ideologie, e il confronto politico italiano si è polarizzato su posizioni idealistiche ridicole che ci hanno portato al punto di non ritorno nel quale ci troviamo oggi.
        Ogni decennio ha un suo modo di comunicare. Abbiamo passato il decennio delle Brigate Rosse e le opposte frange nere. Gli anni ’80 col craxismo. Gli anni di Berlusconi figlio di una nuova comunicazione a spot commerciale, e oggi i nostri politici parlano nei termini dei social perché viviamo nel mondo dei social. Ogni epoca ha il suo stile e io le trovo tutte pietose se devo giudicarle da un punto di vista morale.
        Ma sono realista. Siamo nell’epoca social e l’epoca social impone lo slogan per comunicare. I nostri ragionamenti articolati non vengono considerati minimamente dalle masse.
        Basta un post su Facebook con una testimonianza fake o reale sul danno arrecato di un vaccino per alimentare la repulsione ai Vax in maniera virale. Non basteranno gli slogan di Burioni che dà dell’ignorante agli ignoranti per arginare il fenomeno. Burioni et simili sono pochi e scarsamente virali. I No Vax e idiozie del genere sono più numerosi e agguerriti. I loro sono credi religiosi, sono fabbriche di notizie fake o reali, poco importa a loro. Siamo ai tumulti manzoniani, chi riesce a tirare fuori gli istinti primordiali delle masse, vince.
        Che Burioni spari pure. Tanto lui è una goccia rispetto alla marea dell’idiozia.
        Ti chiedo scusa se mi sono dilungato. Ma avendo apprezzato parecchio il tuo XXI secolo, ti reputo una delle poche persone intelligenti e stimabili in questo nostro disastrato paese.

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  6. gaberricci ha detto:

    Sono più che d’accordo su Burioni, che si è lanciato nella divulgazione nel modo peggiore che si potesse. Non lo sono, invece, sul resto: la scienza, come dici tu, è democratica nel senso che ha dei meccanismi che dovrebbero impedire che qualcuno possa piegarla ai suoi fini, ma d’altro canto non lo è, se si parla delle opinioni di ciascuno. Presumo che, quando ti si rompe la macchina, tu la porti dal meccanico, non dal calzolaio.
    Per la politica economica è diverso, perché non si parla di scienza ma, appunto, di politica.

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    1. Paolo Zardi ha detto:

      Non sono convinto che esista una differenza sostanziale tra politica economica e decisioni che riguardano come gestire la salute nazionale – non è un caso che per diventare ministri della Salute non sia richiesta una laurea in medicina (la Lorenzin ha il diploma di Liceo Classico). Il fatto che i vaccini siano necessari è un dato scientifico inoppugnabile; le modalità con le quali i vaccini vengono somministrati, il tipo di garanzie fornite, le pene correlate, ecc sono politica nel senso più specifico del termine – e la prova è che ogni paese adotta strategie diverse, a parità di fondamento scientifico che ci sta dietro. Non è un caso che più o meno tutti i partiti politici si siano fronteggiati su questo tema; anche la legge Lorenzin è prima di tutto un atto politico, finalizzato a creare consenso. Quando una legge decide di far prevalere la salute pubblica sul diritto allo studio, è un atto politico, sul quale i cittadini possono e devono esprimere un parere: non vengono chiamati a votare se i vaccini funzionano o meno – un tema che verrà affrontato attraverso il dibattito scientifico, che procede secondo la regole che si è dato il mondo scientifico – ma a scegliere chi sceglierà le leggi da applicare, e il modo con il quale si gestirà la salute nazionale.
      Venendo al tuo esempio, se mi si rompe la macchina, andrò la meccanico; se si deve decidere ogni quanti anni è obbligatorio fare la revisione o quali sono i requisiti minimi per poter portare in giro una macchina, andrò a votare. Secondo il modello Burioni, invece, dovremmo tutti fare un passo indietro e lasciare che un’elite (che riconosco come tale, nell’ambito della scienza) decida per noi.
      Il nocciolo del post, comunque, voleva essere leggermente diverso: Burioni, per sua stessa compiaciuta ammissione, occupa uno spazio che prima era vuoto: quello dello scienziato che si esprime come un ultras su Twitter. Ridurre il dibattito scientifico a tweet e insulti mi pare una delle tante derive che sta prendendo il mondo contemporaneo.

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      1. gaberricci ha detto:

        “Quando una legge decide di far prevalere la salute pubblica sul diritto allo studio”. In che senso?

        Io ritengo comunqueche su certi temi ci si debba forzatamente appoggiare all’opinione di esperti; la vera politica sarebbe piuttosto perché gli esperti decidono in un certo modo.

        Ciò detto, non mi piace né il “metodo Burioni”, né la legge Lorenzin.

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        1. Paolo Zardi ha detto:

          Sono perfettamente d’accordo che la politica dovrebbe avere l’umiltà di appoggiarsi a degli esperti per formare idee corrette ma mai la pigrizia e la debolezza di delegare loro il potere di decidere, come è avvenuto con Monti.
          Sulla legge Lorenzin, attualmente è previsto che non possano accedere a scuola studenti non vaccinati senza considerare nessun altro fatti; poiché un soggetto non vaccinato non rappresenta un pericolo per quelli vaccinati, si tratta di una forma di punizione forse non commisurata – in ogni caso, scelta politica.
          Un abbraccio e buon Natale!
          Paolo
          Ps grazie per i tuoi commenti sempre lucidi!

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          1. gaberricci ha detto:

            In realtà no: esiste l’immunità di gregge. I bambini vaccinati non sono in pericolo, le loro famiglie potrebbero.
            Grazie!

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  7. Amanda ha detto:

    So solo che ci vorrebbero capacità dialettiche che mi mancano , so anche che sono sufficientemente anziana, anche se non decrepita, da aver visto nel corso della mia professione, morire in 24 ore bambini per le complicanze di un Haemophilus Influntiae, di aver diagnosticato la sordità in neonati di donne che avevano contratto in gravidanza la rosolia, di conoscere persone solo di 5-6 anni più grandi di me rovinate dalla poliomielite, di aver applaudito Bebe Vio, di avere un’amica, immunodepressa per una rara malattia autoimmunitaria, morta dopo un’agonia di 60 giorni, a causa di una stupida influenza, forse è poco, ma per me è sufficiente per sapere l’importanza dei vaccini e di farmi promotrice delle vaccinazioni tra i miei pazienti proponendoli come una delle più grandi opportunità dell’umanità

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    1. Paolo Zardi ha detto:

      Cara Amanda, sono d’accordo su tutto – il tema del post non riguardava i vaccini in sé ma il modo con il quale Burioni comunica il suo punto di vista, e la conseguente creazione di due blocchi che comunicano tra loro attraverso insulti e slogan.
      Un abbraccio e buon Natale!

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      1. Amanda ha detto:

        Nemmeno per me il punto erano i vaccini ma gli strumenti necessari ad una comunicazione obiettiva ed efficaci

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