Gatti in scatola

Per molto tempo, Dunja mi ha chiesto: “quand’è che scriverai qualcosa per i nostri figli?”. Ci ho pensato spesso, e mi sarebbe piaciuto davvero – quando erano bambini, la sera leggevo loro molti libri e l’idea che una di quelle storie fosse mia, pensata per loro, sulla base di quello che amavano (quell’amore fanciullesco per le cose che fanno ridere, un po’ ridicole, divertenti) mi attirava sinceramente. Non si sono mai riuscito.
Loro, i miei figli, sono cresciuti in fretta. Iniziavo a progettare un libro di fiabe che già loro volevano Harry Potter; allora mi sono guardato tutta la saga, e ho letto loro i primi volumi, ed ero quasi pronto che ecco, di nuovo, mi sono cambiati sotto gli occhi: erano già quasi grandi. Intanto mi domandavo: come dovrebbe essere una storia per bambini scritta da me? Cosa vorrei metterci dentro e cosa non vorrei trovarci?
Poi, per un breve periodo, non più di due settimane, mi è sembrato di aver individuato la mia voce. Ho scritto qualcosa. Sette racconti. Un’antropometria per bambini di dieci anni. Li ho messi insieme, in attesa di scriverne un’altra cinquantina. Ho pensato anche al titolo: Gatti in scatola. E poi, mi sono fermato. Da qualche parte ho ancora alcuni appunti (errore gravissimo, prendere appunti: fa appassire le idee). Più volte ho pensato di riprendere in mano questo progetto; ma ora, Jurij si fa la barba e Matija, be’, Matija preferisce girare comporre canzoni con FL STudio. Le mie storie, se mai le avessi finite, sarebbero andate bene per i miei nipotini.

Ma quindi credo che ora sia arrivato il momento di tirare fuori questi brevissimi racconti per bambini e di lasciarli al loro destino. Come dicevo, sono sette, e tutti un po’ naif. Inizio con quello che dà il titolo alla raccolta, a cui ne aggiungo un altro, come accompagnamento, e poi un altro ancora, che tanto non costano niente. In due o tre post, finisco l’intera raccolta. Buona lettura! 🙂

Gatti in scatola
20171217_215044Io ho tre gatti. Il primo è il papà del secondo e il secondo è il papà del terzo e quindi il primo è il nonno del terzo, anche se ha solo tre anni, e siccome la moglie del secondo è una sorella del primo, il primo è lo zio del terzo, e in pratica il secondo ha sposato sua zia. Quando lo racconto alla mia maestra dice che non si capisce niente, ma lei è un po’ dura di comprendonio, perché non è molto moderna. Io invece ho tre nonni, e mio zio vive a casa nostra e dorme nel lettone con mamma al posto di mio papà, anche se non ho capito bene di chi è il fratello.
I miei gatti sono molto intelligenti perché capiscono che non devono arrabbiarsi con mia sorella quando cerca di mordergli la coda: sanno che è stupida, e che non lo fa apposta. Qualche volta, però, sono stupidi anche loro perché spesso si mettono a dormire dentro le scatole, e qualche volta la scelgono così piccola che non riesco a capire come riescano ad entrarci, e come faranno a uscire. La mamma dice che hanno le ossa morbide, ma una volta ho provato a piegare una zampa al secondo e non si è piegata neanche un po’. Solo la coda è flessibile, ma il pezzo vicino al loro sedere sa di cacca, o almeno così dice mia sorella dopo che gli ha leccato la coda.
A mia mamma non piacciono i gatti: dice che perdono un sacco di peli, e che fanno la pipì in giro. A dire il vero anche mia mamma lascia i suoi vestiti in giro, e nessuno si è mai lamentato di questo. Quando papà viveva con noi, lo rimproverava sempre perché faceva la pipì senza tirare su la tavoletta del gabinetto. Siamo tutti un po’ gatti, anche se mio papà non l’ho mai visto dormire dentro a una scatola.
Quando mamma si arrabbia con i gatti dice che prima o poi li farà arrosti con le patate, e io credo che inizierà dal primo che è il più grasso. Una volta mia nonna mi ha detto che quando era giovane si era mangiato mio nonno, ma mia mamma ha detto di non crederle perché è un po’ pazza. Però mio nonno io non l’ho mai visto, e ora che ci penso devo dire che mia nonna è piuttosto grassa. E non ha neanche un gatto.

La distrazione
20180423_222058Stavo giocando a Need for speed con la Wii quando ho sentito la porta di casa che si apriva. Era il papà. Di solito lui si affaccia alla porta del salotto e mi saluta con un sorriso, e mi chiede: “Tutto bene?” e io dico “sì sì, tutto bene” e continuo a giocare. Questa sera non l’ha fatto. E’ andato direttamente in cucina, dove la mamma stava preparando la cena, e ha detto qualcosa sottovoce, e la mamma ha detto “oh”, come se si fosse spaventata. Poi hanno parlato tra di loro, borbottando. Poco dopo mia sorella è entrata in cucina per dire che aveva fame: lei mangia sempre, anche se ha solo tre anni, e allora abbiamo cenato ma non parlava nessuno. Il papà e la mamma non hanno mangiato niente. Io ho promesso che avrei giocato molto meno alla Wii, ma forse il problema non era questo.
Dopo cena il papà è andato in salotto, ed è rimasto là al buio: c’erano solo le lucette dell’albero di Natale che luccicavano un po’. La mamma è rimasta in cucina, con la testa tra le mani, tra i piatti ancora pieni di minestra fredda. Io ho fatto la lotta con mia sorella in camera, ma nessuno dei due aveva voglia di fare sul serio: lei, ad esempio, non mi ha dato neanche un morso. Quando abbiamo finito, siamo andati in salotto e abbiamo scoperto che il papà stava piangendo. Ci siamo seduti accanto a lui e non sapevamo cosa dire. Lui si è asciugato le lacrime e ci ha detto che c’era stato un problema, quel pomeriggio, in azienda, e aveva perso il lavoro. Ci ha detto anche di non preoccuparci. Gli tremava la voce, però. Mia sorella si è seduta sulle sue gambe e gli ha detto, con la sua vocina tutta sgangherata: “Non ti preoccupare, papà, perdo tante cose anch’io, ma la mamma le ritrova sempre”, e allora il papà ha ripreso a piangere ma questa volta rideva, e sembrava felice.

La metro
20180105_094727La metro l’hanno costruita sotto terra, dentro a delle gallerie che hanno trovato. Mio fratello dice che sono state le talpe, a farle, tanti secoli fa. Le talpe sono animali davvero fortissimi. Mio nonno che ha un orto dietro casa sta dando la caccia a una talpa da anni: dice che gli mangia tutte le carote, da sotto. Nella metro non ho mai visto una talpa: hanno fatto il lavoro e poi sono andate a mangiare carote da sotto. Ogni tanto è giusto che possano riposarsi.
Nella metro ci sono sempre tante persone. Queste persone hanno la pelle grigia perché vivono sotto terra e non vedono mai la luce del sole. Mio fratello mi ha detto che c’è un signore che era entrato nella metro quando il nonno era ancora piccolo, e non ha ancora finito di viaggiare. Ha speso quasi un miliardo di euro in biglietti. Mi ha detto che se un giorno lo incontreremo lo aiuteremo a trovare la via d’uscita.
Le fermate della metro hanno dei nomi molto divertenti. Alcune sembrano dei formaggi. C’è una fermata che si chiama Inganni. Mio fratello mi ha detto che in quella fermata tutti dicono le bugie. Se tu chiedi a qualcuno che ore sono, quello ti dice che è mezzanotte anche se fuori c’è il sole. Forse è per questo che quel signore non riesce mai a uscire.
I cani quando vanno in metro si mettono distesi per terra e appoggiano il muso per terra. Mio fratello dice che lo fanno perché così si massaggiano il cervello. I cani, infatti, sono molto intelligenti ma hanno un cervello molto delicato. Hanno sempre lo sguardo triste, i cani, in metro. Sono convinti che non rivedranno più il sole. O forse sono dispiaciuti che le talpe se ne sono andate tutte, e non è rimasto più nessuno con cui giocare.

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  1. Tiziana ha detto:

    Mio figlio era piccolo e gli scrissi una favola. Proprio questi giorni sto trascrivendola. Volevo anche recitarla (?) e poi metterla sul blog. Vediamo. Ho un ricordo molto bello di quella favola. Più avanti ho scritto un racconto per un’antologia e questa volta era dedicata a entrambi i miei figli. Capisco però che l’ho fatto anche per me, per esorcizzare due momenti brutti della mia vita. E le favole o i piccoli racconti servono anche a questo. Il racconto recente era su una gatta. 😊

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  2. Zio Scriba ha detto:

    Racconti assai carini, e che confermano almeno due cose: che sei cresciuto col meraviglioso Gianni Rodari; e che le belle persone amano gli animali in generale, e i gatti in particolare. 🙂

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    1. Paolo Zardi ha detto:

      Confermo la lettura avida di tutto Rodari, che ha riempito la mia infanzia! 😊 ma in questo caso, volendo cercare un’influenza più diretta, direi “Caro bruco capellone”, un libro con illustrazioni che leggevo in età pre-scolare, che ancora considero tra i più bei libri che io abbia mai letto!

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  3. Grilloz ha detto:

    Il tizio che non riesce ad uscire dalla metropolitana meriterebbe un racconto a se 😉 Hai mai letto il racconto “una metropolitana chiamata moebius”?
    I tre raccontini nella loro brevità sono davvero piacevoli, forse però li vedrei più indicati ad un pubblico adulto (o forse semplicemente hanno un lingiaggio universale che sa parlare a tutti). Sei riuscito a fare una cosa che ritengo molto difficile e che spesso porta a scritture banali: far parlare dei bambini con una voce e un modo di guardare realistico.

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  4. Grilloz ha detto:

    P.S. “Da qualche parte ho ancora alcuni appunti (errore gravissimo, prendere appunti: fa appassire le idee)” interessante questa affermazione

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  5. quasibiancaneve ha detto:

    Io credo d’aver annoiato tanto, ma tanto, i miei figli con le mie favole inventate, dormivano prima possibile. Una volta ho chiesto a uno dei due di finire lui una favola che avevo iniziato su un leone. Ci ha pensato un po’, poi giusto per accontentarmi, ha detto “Allora il leone morì.” E si è addormentato. Figurarsi se ho mai pensato di trascriverle…Le tue, invece, sono molto belle.

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  6. ili6 ha detto:

    Difficile scrivere per i bambini. Loro sanno incantarsi , ma sono molto severi con gli scrittori. Riconoscono la banalità, cercano le paure, ma non tollerano il brutto finale, non amano essere trattati da bimbi, ma vogliono sognare come i bimbi. Bello il titolo, sono affascinati dagli animali.Delizioso e profondo il secondo racconto, che apre a notevoli discussioni.
    Seguirò i racconti mancanti. I miei alunni sono ancora piccoli, ma cresceranno e presto arriverà il momento di leggere Gatti in scatola in classe.

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    1. Paolo Zardi ha detto:

      Grazie per la lettura e per questo tuo commento! 😊

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  7. daniel ha detto:

    Scrivere per i bambini non è facile, perchè si deve essere “semplici ed avvincenti” allo stesso momento.
    Ammetto che il racconto sui gatti mi è piaciuto molto, forse è quello che preferisco, avendone anche io.
    Seguirò con attenzione i tuoi prossimi scritti, sono molto interessanti e di facile lettura.

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  8. tuttapaola ha detto:

    Bellissime! Quella della metro ha quel tocco in più, mi è piaciuta tantissimo! Complimenti!

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