Ispirazione

Noi però siamo per la maggior parte persone più comuni, legate al nostro tempo. Noi non udiamo più le nostre poesie direttamente nel corso di allucinazioni. Abbiamo piuttosto la sensazione di qualcosa che ci viene dato e che, nutrito in noi, viene poi alla luce; l’impressione che la poesia accada al poeta, oltre che essere creata da lui. Frammenti di versi “sgorgavano” per Housman dopo una birra e una passeggiata, “con emozioni subitanee e inesplicabili” che poi dovevano “essere prese e completate dal cervello”. “Furono i canti a far me, non io a far loro” disse Goethe. “Non sono io a pensare,” disse Lamartine “sono le mie idee a pensare per me”. E Shelley scrisse senza ambiguità: “Un uomo non può dire: ‘ora compongo della poesia’. Neppure il poeta più grande può dirlo, poiché nella creazione la mente è come un carbone quasi spento, che una qualche influenza invisibile, come un vento incostante, può avvisare dandogli un transitorio splendore… e le parti coscienti della nostra natura non sono in grado di profetizzare né il suo approssimarsi né la sua partenza”…

(da Il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza, Julian Jaynes, Adelphi)

8 commenti Aggiungi il tuo

  1. mauri53 ha detto:

    Sarà presunzione ma concordo con Shelley…non solo con la poesia ma anche i racconti , le idee e lo sviluppo di un racconto vengono da soli e quando meno te lo aspetti
    un sorriso

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    1. Paolo Zardi ha detto:

      Ciao Maurizio, sono pienamente d’accordo. L’ispirazione è fuori dal nostro controllo (mentre la realizzazione richiede un bel po’ di concentrazione e determinazione).
      Ho visto che sul tuo blog ci sono molti racconti e poesie – sto iniziando a spulciarlo, nel tempo libero (al lavoro sarebbe impossibile…), e mi pare ci siano tante cose interessanti! Ci torno sopra con più calma nei prossimi giorni.
      Intanto buona serata e a presto!

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  2. mauri53 ha detto:

    grazie per la considerazione e concordo nuovamente con te sulla concentrazione e determinazione . Certi racconti e certe poesie sono state scritte in condizioni particolari. Qualche racconto viene dal Sahara , dal Tenere, ne ho scritto un paio da una piattaforma petrolifera in mezzo al Caspio e altro.
    In certi posti ti senti solo e lo sei e allora lo scrivere ti aiuta a sentirti e a colloquiare con te stesso e la fantasia e le situazioni ti ispirano.

    Buonanotte

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  3. dhr ha detto:

    ecco la famosa mente bicamerale! anch’io ne sperimento il crollo… ma forse è solo l’alzheimer che avanza 😆

    cmq, come si diceva tempo fa sul Blog delle Ragazze, la penso (o vengo pensato) esattamente come Shelley.

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    1. Paolo Zardi ha detto:

      Eh eh… per Jaynes il crollo della mente bicamerale ha prodotto la nascita della coscienza – sei quindi un essere cosciente? Torno su questo libro in uno dei prossimi post – leggerlo è stato un piacere enorme, che mi piacerebbe condividere!

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      1. dhr ha detto:

        sono cosciente di essere un incosciente

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  4. dhr ha detto:

    (ecco un esempio pratico del crollo) sostituire Shelley con Lamartine

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  5. Susanna ha detto:

    Ma in-spirare è un atto volontario? 🙂

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