Due racconti e una presentazione

La storia del primo racconto è curiosa: Ilaria Vajngerl, scrittrice vicentina, ha letto “Il giorno che diventammo umani” e ha scritto il suo parere nel suo blog, Il pesce volante, che consiglio di seguire. L’articolo era questo: il post di Ilaria su Il Pesce Volante

Il post si concludeva con una bella sfida:

Quando ho terminato il libro ho scritto una mail a Zardi, lanciandogli una sfida. Vorrei che mi scrivessi un racconto breve, gli ho detto, che però:

-non contenga sesso, morte, malattia, bambini
-sia felice senza essere banale
-sia ipoteticamente inseribile nella sua ultima raccolta

Lui mi ha risposto ironico, con una citazione di P. Roth: niente sesso, niente morte, niente malattia e niente bambini. Di cosa devo parlare? Del panorama?

Se Roth non fosse il genio della scrittura che è (leggete il Teatro di Sabbath), probabilmente farebbe il direttore di Studio Aperto.

Ho accettato, e molto volentieri. Il racconto che ne è venuto fuori si trova su Scrittori Precari (altro blog da seguire…), e più precisamente qui: Grammatica Finlandese su Scrittori Precari

Tra un boccone e l’altro, lui cerca le parole giuste per spiegarle quello che lei ha già intuito; ma per quanto si sforzi, non le trova. L’amore è poesia, è profusione di metafore, è altezze vertiginose; l’abbandono, invece, striscia noioso come un atto notarile che certifica la cessione di un ramo d’azienda, o la messa in liquidazione di una società che non fa più utili da tempo.

La storia del secondo racconto, uscito sul blog di Tutta colpa della Maestra (altro blog consigliatissimo) è, in realtà, il remake di un vecchio post scritto pensando a un amico che non vedo più da tempo. Anche lui, come il personaggio di questo racconto, si chiamava Francesco; la nuova versione, però, parla di Francesco Coscioni, noto anche come l’uomo più bello del mondo. Questa storia – la sua versione originale, a dire il vero – mi è molto cara perché sviluppando l’idea che ci sta dietro (un’idea crudele, lo ammetto)) è nato Marco Baganis, personaggio principale del mio unico romanzo pubblicato, La felicità esiste. Si parla di bellezza, e sopratutto di bruttezza. Il racconto si chiama Io e Francesco e può essere letto qui.

Ci chiedevamo: quanto tempo passerà perché quel cesso, largo e basso, con il mento installato al contrario, si renda conto che non la tirerà su nessuno? O perché quel cane pechinese con le tette capisca che il ricciolino con gli occhi azzurri e la camicia attillata ha progetti ben diversi sul come e sul dove passare la notte? Non serviva sforzo: puntavamo sulla disperazione che avrebbe colto quei mostri quando si sarebbero trovate sole nella pista…

E infine la presentazione, l’ultima per il 2013. Oggi, mercoledì 4 dicembre, alle 18.30, alla Libreria Minerva di Trieste, in via San Niccolò (il numero non lo ricordo: ma è grande la si vede anche da lontano), Luigi Nacci e Gianfranco Franchi mi aiutano a presentare “Il giorno che diventammo umani”.

Il giorno che diventammo umani
Il giorno che diventammo umani

3 commenti Aggiungi il tuo

  1. Zio Scriba ha detto:

    Nel commentare do una sbirciata all’orologio del pc (l’unico che abbia e che sopporti… :D) e mi accorgo che manca una manciata di secondi ala presentazione. Quindi ti dico soprattutto in bocca al lupo! (Dovrei dirti anche che quei due racconti, che ho appena letto avidamente, sono come al solito magistrali, ma che te lo dico affà?)
    Un abbraccio.

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  2. Zio Scriba ha detto:

    Azz, che disdetta, e che figuraccia: wordpress non mi consente di togliere il commento per correggerlo… e così nella fretta la mia stronza tastiera e le mie mani fredde mi hanno fatto scrivere “ALA presentazione”… Vogliamo considerarlo un divino e inconscio riferimento alle ALI del successo? 🙂

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  3. marina ha detto:

    ottimo!!! complimenti e auguri per il nuovo anno!!!

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